Il nostro cervello non sente il rumore dei nostri passi

Il nostro cervello non sente il rumore dei nostri passi

Martedì 2 ottobre 2018

“L'uomo ha sempre ascoltato i passi altrui e certo vi prestava più attenzione che ai propri.”

Questo pensiero è di Elias Canetti, premio Nobel per la letteratura nel 1981, e credo sia una buona sintesi di quello che sto per raccontarti.

La scoperta

Un recente studio ha dimostrato che all'interno del cervello si svolge un processo sensoriale in grado di cancellare i suoni prodotti dal nostro corpo.

Questa capacità evolve con l'esperienza che ogni individuo fa dell'ambiente in cui vive, e in realtà gli consente, con il tempo, di ignorare quei rumori o vibrazioni che non contengono informazioni rilevanti. Mi riferisco al suono dei propri passi, della propria voce e delle altre attività 'di routine' o automatismi correlati alla sfera del nostro movimento.

Il nostro cervello non sente il rumore dei nostri passi

I rumori auto-generati dal tuo corpo costituiscono un rumore di fondo per la tua percezione uditiva. La possibilità di ignorare questi rumori ti consente ovviamente di prestare la giusta attenzione a ciò che avviene fuori dalla tua sfera motoria personale, e quindi a distinguere le azioni e i messaggi che ti arrivano dagli altri e dall'ambiente fisico.

Tanto rapido da prevedere il futuro

Il meccanismo è affascinante!

La corteccia motoria, prima di inviare ai muscoli il comando di un certo movimento, invia alla corteccia cerebrale un avviso. Grazie a questo, prima ancora che la corteccia uditiva riceva il segnale dalle orecchie, il cervello è riuscito ad elaborare la cancellazione della 'conseguenza acustica' di quel movimento.

Il nostro cervello non sente il rumore dei nostri passi

Il processo è talmente veloce che può definirsi 'predittivo': prima che tu possa avvertire il rumore del primo passo, la corteccia uditiva ne prevede il suono e lo occulta alla tua percezione o per lo meno ne riduce l'importanza.

In pratica è come se la tua corteccia motoria dicesse a quella uditiva: "stai passeggiando: non ti curare del rumore che farai". Lei esegue, e la tua attenzione può essere deviata su altro di più importante.

Un processo automatico che ha origini lontane

Il caro e vecchio istinto di sopravvivenza è alla base di questo processo: fin dalla notte dei tempi, il cervello e l’apparato uditivo si sono evoluti, coordinati e programmati per trascurare i rumori auto-generati ed essere così più selettivi nei confronti dei suoni provocati dall'ambiente esterno.

Il nostro cervello non sente il rumore dei nostri passi

Quella che fin dalle origini è stata un’attitudine che ha contribuito alla conservazione della specie, nell’uomo contemporaneo si è però ulteriormente specializzata.

Così, oltre a mantenerci ancora selettivi nei confronti dei segnali di pericolo, questa capacità di ignorare certe sonorità può spiegare perché l’uomo moderno tollera poco tutti quei suoni appena un po’ distanti dalla propria sfera di prossimità.

Come ad esempio il rumore dei vicini di casa.

Ma per eliminare quello, lo sai, puoi rivolgerti a me!

Se vuoi approfondire i contenuti della ricerca, a questo link trovi l’articolo scientifico pubblicato su Nature:

https://go.nature.com/2O4IZG8