3 principi per progettare una buona parete fonoisolante

3 principi per progettare una buona parete fonoisolante

Martedì 27 febbraio 2018

“Quali sono i principi che devo seguire, quando progetto una parete, per migliorarne l’isolamento acustico?”

Questa è la domanda che un architetto mi ha fatto, nel corso di un incontro di formazione che stavo tenendo in un Ordine della mia regione.

La risposta che gli ho dato mi ha permesso di tornare su tre idee base dell’acustica edilizia, che provo a riassumere in questo post.

1. Disaccoppiare

Come sappiamo, in estrema sintesi, il suono non è altro che una vibrazione. Questa vibrazione si propaga con facilità da una faccia all’altra di una qualunque parete ogni qualvolta trova all’interno di essa una via solida di trasmissione.

Il progetto di una stratigrafia verticale deve quindi mirare a interrompere questi percorsi. Il suono che impatta su un lato non deve trovare all’interno di questa dei percorsi che lo possano condurre sull’altro lato.

Chiarisco con due esempi:

  • in un edificio in muratura la parete divisoria fra appartamenti dovrebbe essere doppia, cioè costituita da due distinti tavolati in blocchi di laterizio;
  • in un edificio realizzato con tecnologia a secco, quel tipo di parete dovrebbe essere organizzato in modo che il suo telaio interno (in acciaio o in legno) non sia a diretto contatto con entrambe le superfici a vista nei locali che essa divide.
Tre principi per porgettare una buona parete fonoisolante

2. Assorbire

Le intercapedini o le cavità all’interno delle pareti risuonano.

Una volta che il suono attraversa la prima superficie di una parete, se questa contiene delle intercapedini o delle cavità (gli stessi fori nei blocchi in laterizio lo sono), queste costituiscono un mezzo di conduzione del suono verso l’altro lato della parete.

Il progetto della stratigrafia deve quindi mirare a ‘riempire’ questi vuoti.

I materiali utili allo scopo, spesso un po’ frettolosamente identificati come ‘isolanti acustici’, sono i materiali porosi o fibrosi o altrimenti detti a celle aperte; affinché essi esplichino un buon fonoassorbimento nell’utilizzo di cui stiamo qui parlando, questi materiali devono avere una densità non elevatissima e non devono essere eccessivamente compressi.

3. Appesantire

In acustica esiste la semplicissima legge della massa: al crescere della massa di un elemento cresce la sua capacità di isolare il suono. Quindi occorre conferire massa ai divisori.

Occorre pensare che il suono, per attraversare un muro, deve poterlo ‘muovere’ cioè farlo vibrare (questo in effetti è quello che succede, anche se per noi non è facilmente percepibile).

Più il muro è pesante quindi, più esso risulterà ‘inamovibile’ di fronte alla sollecitazione sonora, e conseguentemente trasmetterà una minore quantità di energia acustica.

  • Nel dimensionare una parete doppia in laterizio sarà quindi bene non limitarsi all’uso di mattoni forati leggeri, ma prediligere blocchi più pesanti (i cosiddetti alveolari o porizzati).
  • Le lastre a secco (in cartongesso, o cartongesso rinforzato, o accoppiate, ecc.) sono il miglior modo per conferire massa in un limitato spessore. Questo è un motivo per il quale i divisori a secco stanno prendendo sempre più piede anche nella nostre costruzioni, innanzitutto quando si deve migliorare la capacità fonoisolante di una parete in muratura in un edificio esistente.
Tre principi per porgettare una buona parete fonoisolante

Chi ben comincia…

Intendiamoci, il buon progetto acustico di una parete non si esaurisce con la semplice applicazione dei 3 principi base. Basti pensare che una parete pesante, disaccoppiata e isolata può continuare a trasmettere suono, principalmente per effetto della sua superficie e di come essa è collegata al resto dell’edificio.

Tuttavia questi 3 concetti sono la base per avviare bene il progetto, anche solo per poter mettere in conto da subito nelle planimetrie quei giusti minimi spessori che consentono di raggiungere idonee prestazioni acustiche.

Tre principi per porgettare una buona parete fonoisolante

L’applicazione dei 3 principi è l’importante contributo che il progettista architettonico può dare, prima che il progetto passi nelle mani del tecnico acustico incaricato della verifica acustica delle soluzioni, della scelta dei materiali/componenti più idonei e della definizione delle precauzioni da seguirsi durante la posa.

E tu? Segui sempre questi principi acustici di base nella progettazione dei tuoi edifici? Se vuoi saperne di più non esitare a contattarmi.